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INTERVISTA ESCLUSIVA CON MATTEO TOSI


INTERVISTA ESCLUSIVA CON MATTEO TOSI BY MARCO ZUNGRI

|Oggi ho il piacere di intervistare Matteo Tosi , attore, sceneggiatore e regista.


Se il suo volto non vi è nuovo è perché lo avete visto in uno dei suoi numerosi ruoli al cinema, in televisione o in teatro, al fianco di alcuni dei più grandi attori nazionali ed internazionali.

Matteo è sicuramente uno dei volti più interessanti del panorama televisivo italiano, anche se ha lavorato molto all’estero. In Italia si è fatto conoscere al grande pubblico grazie ad alcune fiction Mediaset e Rai di successo come “Incantesimo”, “L’Ispettore Coliandro” , “Carabinieri”.

Matteo ha una formazione internazionale, ha infatti studiato in America con John Strasberg, figlio di Lee Strasberg, fondatore dell'Actors Studio di New York.

Ho incontrato il mio amico Matteo per parlare insieme a lui dell’importanza per un attore di avere un Vocal Coach che lo segua e che lo aiuti ad esprimersi sempre al meglio vocalmente e per mantenere in salute la propria voce che per un attore, così come per un cantante, è fondamentale.

Quali sono le difficoltà vocali che un attore incontra durante una performance ?

Dar vita ad un personaggio e farlo respirare è qualcosa di molto complesso e difficile da descrivere, coinvolge corpo e mente e l’attore “lotta” in continuazione contro i condizionamenti interni ed esterni per cercare di rimanere sempre coinvolto durante la performance. Tutto ciò impegna grande energie, ed è chiaro che avere lo strumento vocale sempre in perfetta forma permette di togliersi una grande preoccupazione. In teatro, più che al cinema, l’uso del mezzo vocale richiede grande impegno (tranne nel teatro-danza dove più che la parola è il movimento ad essere protagonista) e l’attore desidera sempre concludere la performance in forza. Non è sempre facile, soprattutto quando il personaggio esige sforzi vocali importanti e di vario genere.

Nel passato ti è mai capitato, dopo un’esibizione, di sentire la voce “stanca” , “affaticata” o addirittura di non aver più voce?

Capita spesso agli attori, che come me, antepongono giustamente le esigenze del personaggio alla ragione, e che quindi, non pensando troppo al mezzo, rischiano anche di mal “utilizzare” la voce o il corpo e di farsi male. Un buon allenamento e una buona igiene vocale, aiuta ad essere allenati in queste situazioni, evitando così, di danneggiare il più possibile quello straordinario e prezioso strumento dell’anima che è la voce.

Pensi sia importante per un attore, che vuole intraprendere seriamente questa carriera, conoscerecome funziona la voce, quali sono i rischi del malmenage vocale (cattivo uso della voce) ed essere seguito da un vocal coach ?

Penso sia importante, perché avere un mezzo vocale allenato, come un corpo allenato all’esercizio, permette all’attore di non preoccuparsi di cose che non riguardano la vita di chi sta interpretando. E’ una questione di rispetto verso il personaggio, che non deve essere sacrificato per limitazioni dell’attore. Non aver voce, come non essere allenati sono problemi dell’attore, che deve risolvere senza “coinvolgere” le esigenze del personaggio.

Hai avuto molte esperienze internazionali, tra cui in America, dove quasi sempre gli attori sono seguiti da un team di coaches e specialisti, ad esempio acting coach, vocal coach, foniatra. Pensi sia importante anche in Italia “costruire” maggiormente intorno all’attore un team di questo genere? La creatività necessita di uno stato creativo: occorre cioè sentirsi ispirati. L’ispirazione non è ottenibile a comando e l’attore, diversamente dagli altri artisti, non può sedersi e attendere l’ispirazione per poter creare, deve agire. Per farlo è necessario un costante e continuo allenamento psico-fisico, che permetta all’attore di poter entrare più facilmente in quella zona “strana” di creatività e coinvolgimento che gli consenta di far vivere il personaggio. Gli attori americani hanno ben presente questo e si avvalgono di coach costantemente durante la loro carriera artistica. Spesso ne individuano di specifici per farsi “allenare” in preparazione di uno determinato progetto. Hanno l’atteggiamento dell’atleta. Sanno che devono allenarsi costantemente e chiedere aiuto quando è necessario. Questo è fondamentale per qualsiasi attore, anche per gli italiani. Avvalersi di un team di lavoro più rivelarsi fondamentale. Che consiglio ti senti di dare ad un giovane attore in via di formazione e magari alle prese con le prime esperienze lavorative? Non è certamente un momento facile, ma non bisogna mai abbandonare sogni e passioni, sono fondamentali per la nostra serenità. E’ necessario avere coraggio e determinazione, scegliere le guide giuste e puntare dritti all’obiettivo. Studio, perseveranza, umiltà e una dose di fortuna sono la miscela giusta per intraprendere il non semplice, ma quanto mai affascinante, percorso nel mondo dello spettacolo. Quali sono i tuoi futuri progetti e qual è il tuo sogno ancora nel cassetto? Ho preso visione di due sceneggiature che mi vedrebbero tra i protagonisti in ruoli diversi, ma ugualmente interessanti, ma mi riservo di parlarne più compiutamente a contratto stipulato. Al momento posso tranquillamente dire che si tratta di progetti per il cinema. Una delle cose che mi coinvolge di più, sono alcuni progetti cinematografici ai quali sto lavorando anche come sceneggiatore, uno di questi è scritto a quattro mani con Enrico Saletti, si chiama “Inside” e spero presto diventi un film. Tra poco inizieremo la revisione della sceneggiatura e una sorta pre-produzione, confido di trovare le risorse e vedere il film al cinema.

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